Uguaglianza, differenza, diversità, insieme a sessualità, corpo, esperienza bio-storica sono alcune delle parole chiave del libro di Emma Baeri Parisi Dividua. Femminismo e cittadinanza (Il Poligrafo, 2013).

Uno dei perni del libro è l’analisi della apparente contraddizione tra uguaglianza e differenza. L’altro è la scrittura e la trasmissione della storia secondo una prospettiva di genere. La descrizione di laboratori ed esperimenti didattici occupa infatti una parte consistente del volume.

Come entrare nella polis con un corpo di donna, dal momento che la fisionomia della polis si è definita, strato su strato, secolo su secolo, su corpi maschili? Questo il filo che unisce le parti del libro, che è una esplorazione dei nessi tra corpo e democrazia

A un capo del filo c’è Olympe de Gouges, “antenata da onorare tutti i santi giorni”, che aveva prefigurato problema e soluzione.

Per Olympe la questione era chiara: non era il corpo femminile a doversi piegare alla polis, ma la polis a quel corpo, nell’interesse generale.

Il processo è in corso. “Dividua” è una parola nuova per dire di questa sfida. Corpo di donna che potenzialmente diventa due nella maternità. La storia di genere è la storia di come maschi e femmine hanno gestito questa potenzialità costruendo leggi, abitudini, norme, muri visibili e invisibili.

Dividua. Femminismo e cittadinanza

di Emma Baeri Parisi. Con letture di Elena Caruso Raciti e Antonia Cosentino Leone
Il Poligrafo, 2013
294 pp.; €22