E’ l’autobiografia di Elena Vicini, che ripercorre in prima persona fatti, snodi e volti della propria vita. La prima figura che incontriamo è la madre, che cantava sempre la sera per addormentare le figlie. Da questo ricordo prende spunto la “bambina triste” che ora, donna sulla soglia dei settant’anni, si guarda indietro per osservare a distanza l’esito unico della miscela fra scelte e destino: il proprio disegno.

Scrivere è anche prendere distanza dal proprio vissuto per meglio comprenderlo, mettere in fila i fatti secondo un certo ordine, imprimervi un senso. Sembra appunto questa la spinta di Elena nel mettere sulla carta i ricordi…

Milano, la passione per il teatro e la musica coltivate con determinazione e impegno accanto a grandi personaggi; il lavoro come ostetrica alla Clinica Mangiagalli, tra parti e interruzioni volontarie di gravidanza; il rapporto conflittuale con la figlia, i pensieri intorno alla maternità; l’amore e le relazioni turbolente con gli uomini, la “strana coppia” con “Dottor Jekill e Mister Hide”. L’autrice racconta la propria vita con tono un poco uniforme, ma insieme con la capacità di rimanere leggera anche quando sfiora il dramma.

Voglio morir cantando. Il romanzo della mia vita

di Elena Vicini
Edizioni Del Faro, 2012
154 p.; 13,00 €

E. Cir.