Galateo per donne e uomini. Nuove adultità nel contemporaneo, Barbara Mapelli (Mimesis, 2014)

All’idea diffusa che denuncia l’incomprensione come realtà ancora dominante nelle relazioni tra donne e uomini, Barbara Mapelli con il suo ultimo libro dal titolo Galateo per donne e uomini. Nuove adultità nel contemporaneo contrappone un’alternativa, segnala una possibile deviazione dalla strada principale fino a qui percorsa.

Alla domanda se è possibile oggi pensare ad un nuovo modo di stare insieme tra donne e uomini la risposta dell’autrice è positiva; per Mapelli è infatti concretamente realizzabile non soltanto il definitivo superamento dell’immagine di un maschile e di un femminile in perenne contrasto tra loro, ma addirittura l’avvento di un tempo nel quale questi due mondi tornino a parlarsi, a capirsi, a rispettarsi e soprattutto a condividere. La posta in gioco è alta e quella proposta suona come una vera e propria sfida che non in nome della vana gloria, bensì di un futuro diverso e migliore, chiede di strappare il cambiamento alla categoria dell’impossibile alla quale da tempo sembra essere stato relegato.

A chiederlo è l’autrice che si fa portavoce di domande espresse talvolta sottovoce nel tempo presente, il quale viene proposto come “frattempo”, ovvero momento di passaggio da un passato di relazioni ineguali – dove i ruoli di dominata e dominante erano fissi tanto nella sfera privata che in quella pubblica – ad un domani pronto ad accogliere nuovi modi di stare insieme tra donne e uomini, fondati sul reciproco rispetto ed il mutuo accoglimento. La sfida lanciata da Mapelli chiama dunque il lettore e la lettrice a raccogliere questi segnali di speranza e a mettersi in cammino su una strada decisamente entusiasmante e a dir poco inedita, per la quale è richiesto un bagaglio specifico; in valigia non possono infatti mancare l’intelligenza sociale, che permette di adattarsi a contesti in continuo mutamento; la libertà di pensiero, che rendendo il cambiamento “pensabile” sottrae all’atteggiamento della resa qualsiasi possibilità d’essere; il pensiero dell’esperienza di vita, che allena uomini e donne al dialogo con se stessi e con gli altri; la capacità di darsi tempo: nessuna nuova relazione è possibile se prima non si prende il giusto tempo per riflettere su se stessi e sulle proprie esperienze; infine, l’ospitalità che passa attraverso il riconoscimento dei propri limiti e approda ad una vera e rispettosa apertura verso l’altro e l’altra.

Questo carico sulle spalle prepara il lettore e la lettrice al viaggio che porta a riscoprire vecchie e nuove virtù, a rileggerle sotto una luce completamente diversa e, soprattutto, a comporre quello che dovrà essere il galateo delle nuove relazioni tra il mondo maschile e quello femminile.

Nella prima parte del testo Mapelli, servendosi anche delle riflessioni e delle parole di personaggi autorevoli come Dostoevskji, Amos Oz o Virginia Woolf, passa in rassegna numerose virtù, proponendo una rilettura in chiave positiva soprattutto di quelle da sempre relegate al mondo del difetto e della vergogna. In una luce diversa troviamo dunque la fragilità, proposta come quella consapevolezza di vulnerabilità che in realtà schiude alla possibilità dell’autocoscienza e sottrae al rischio della verità assoluta; la perplessità, intesa non come segnale di debolezza umana, ma al contrario come desiderio di “stare sulla soglia” che nella vita di tutti i giorni si traduce nella scelta di porsi domande più che in quella di pretendere risposte; la distanza, ovvero la virtù di riconoscere un Tu distinto dall’Io che educa dunque al rispetto e all’accoglienza, fino alla dipendenza reciproca, anch’essa riproposta come virtù in quanto condizione fondamentale per lo sviluppo di una dimensione relazionale vera.

Nella seconda parte del testo l’autrice, fedele al suo proposito iniziale di fuggire una riflessione puramente teorica in favore di un contributo significativo per l’esperienza concreta di donne e uomini, lega le virtù analizzate in precedenza a tre realtà specifiche: la famiglia, il lavoro e la polis. L’intento è quello non solo di registrare i segnali di un cambiamento in atto, sebbene ancora spesso sottovalutato e nascosto, ma soprattutto di presentare questo mutamento come il risultato di nuovi atteggiamenti messi in campo sia da uomini che da donne a testimonianza che un futuro diverso è realmente possibile. Tra i molti cambiamenti in corso segnalati da Mapelli ricordiamo ad esempio quelli che si concretizzano in una “pluralità di famiglia” ritenuta sempre più accettabile; nell’ingresso dei padri nell’ambito della cura, fino a qualche tempo fa considerato prerogativa esclusivamente femminile; nell’affermarsi anche in ambito lavorativo di una cultura femminile capace di ridurre la forte tensione che contrappone uomini e donne sul posto di lavoro; nell’ingresso delle donne nella polis, cambiamento in grado di ricucire lo strappo tra pubblico e privato.

Insomma, quello proposto da Mapelli è un viaggio attraverso le possibilità concrete che esistono per dare finalmente vita ad un mondo nel quale uomini e donne siano in grado di stare insieme e non più contro; lo strumento è offerto da

“comportamenti nuovi, linguaggi e atteggiamenti di rispetto e attenzione all’altro e all’altra che riempiano di significato, rinnovino i sensi di quella parola, dal sapore un po’ antico, galateo, che abbiamo scelto come compito educativo per il lungo frattempo in cui stiamo vivendo, uomini e donne insieme.”

Non si tratta più soltanto di immaginare qualcosa di diverso: le possibilità per renderlo concreto ci sono, serve avere il coraggio per coglierle.

Laura Bossini

Galateo per donne e uomini. Nuove adultità nel contemporaneo

di Barbara Mapelli
ed. Mimesis, 2015

pp.199, 18 euro